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Resteranno i canti (F. Arminio)

Mai vista una primavera così bella.

La luce sembra impazzita,

è un diamante la testa del serpente,

il silenzio concima le ginestre,

sono quieti i paesi da lontano.

Non insistere a dolerti.

Ogni albero è tranquillo e felice di vederti.


Non sono una grande intenditrice di poesia, non la leggo spesso. Ho fatto un’eccezione per questo autore, che mi è stato consigliato da una persona i cui suggerimenti sono sempre da tenere in considerazione.

Non so nemmeno come dovrebbe essere costruita una poesia, ma sono quasi certa che debba procedere per immagini ed evocazioni. È senza dubbio ciò che caratterizza la poesia di Arminio, che in questa raccolta parla di amore, morte, semplicità, legame con la terra, con il paese.

Parla di emozioni che possono scaturire da ogni cosa, e sta a noi decidere se dar loro una connotazione positiva o negativa, e, di conseguenza, quale sarà il segno che lasceranno.

È un libro, questo, che insegna a vivere in modo pieno e completo: cercando l’emozione ma senza rifuggire la noia, la consuetudine. Anche da lì arriva qualcosa.

È un libro da leggere e sottolineare, pieno di spunti e incoraggiamenti a vivere un’esistenza più piena. E poi da riprendere e rileggere in continuazione, perché certe sollecitazioni non vanno dimenticate, anzi vanno rinfrescate con metodo.

Si può essere ribelli pur amando le cose ordinarie, si può essere infiniti pur essendo mortali, si può essere profondi pur guardando la superficie delle cose: è solo una questione di scelte.


[…] il mondo sarà buono

se resti fedele

a ciò che stai cercando.

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