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Le ho mai raccontato del vento del Nord (D. Glattauer)

Emmi e Leo vivono una sorta di relazione clandestina, che tanto relazione e tanto clandestina forse non è. I due protagonisti si incontrano, si confrontano, si svelano e si rivelano a mezzo di uno scambio di e-mail, pronti a mettersi a nudo, seppur attraverso un filtro che garantisce sempre un margine di sicurezza. Il contesto è quindi un non-luogo che sicuramente ricorda ai più nostalgici le corrispondenze epistolari di un'epoca cronologicamente non così lontana, ma sociologicamente distante anni luce dall'attuale. Nell'era della chat, si discute spesso se sia possibile o meno conoscersi veramente raccontandosi attraverso uno schermo, che sia quello del computer o quello del telefonino. Leo ed Emmi sembrano riuscirci.

La forma scritta che riduce l'ansia da confronto diretto di un appuntamento, la capienza della posta elettronica che consente di dilungarsi maggiormente nelle proprie esternazioni rispetto a una chat: questo formato permette a Emmi e Leo di raccontare, immaginare, giocare, intuire e anche, nel confronto, di comprendere qualcosa di se stessi e della propria vita. Fino ad arrivare a chiedersi se non sia giunto il momento di fare qualche cambiamento per uscire da una situazione di stallo sentimentale (una sorta di loop per lui, una pacata rassegnazione per lei).


Originale e inaspettata la struttura di questo romance un po' atipico, che si sviluppa esclusivamente nella forma del dialogo. Molto ben caratterizzate le due voci, grazie a una scrittura semplice ma raffinata, che consente al lettore di crearsi un'immagine ben definita dei due protagonisti, intriganti e talvolta irritanti: lui per la sua estrema diplomazia che sembra sconfinare nella pusillanimità, lei per la sua franchezza che a volte rasenta l'aggressività. Trascinante il ritmo, che accelera e decresce a seconda della situazione emotiva che i due stanno vivendo: curiosità, eccitazione, collera, frustrazione, sconforto, resa. Inevitabile, infine, il desiderio di arrivare a conoscere l'epilogo di questo lungo scambio di posta. È molto semplice immedesimarsi nelle dinamiche emotive che si instaurano tra Leo ed Emmi, in quanto piuttosto tipiche: quasi ogni lettore ci si può riconoscere.


“Per mesi, ho visto Emmi in ogni donna che incrociavo per strada. Nessuna però poteva competere con quella vera, nessuna poteva farle concorrenza, perché quella reale era al riparo da qualunque pubblico, separata dalla società, isolata, era tutta per me nel mio computer.”



Spoiler: Il romanzo successivo (La settima onda), non potendo più giocare sull'effetto sorpresa della struttura, risulta molto meno interessante del primo.

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