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Incandescente (F. Coppola)

Eracle Carpineri sembra subire un po’ la vita, come tutti coloro che sono un passo avanti agli altri e non sanno bene cosa questo possa implicare e a cosa li possa condurre. La sua mente, iperattiva e disturbata, accompagna ogni suo passo nelle peregrinazioni per le strade del paese in cui vive.

Un giorno nei suoi percorsi si inserisce Lena, giovane donna spigliata e sfacciatamente misteriosa: è come incontrare l’altra metà di sé ed Eracle ne rimane incredulo e completamente sopraffatto. Quando viene rapita, lui non può fare altro che andare a cercarla: ma non sa che facendolo metterà a rischio la propria esistenza, tutto il suo essere.


Incandescente è il romanzo di uno scrittore emergente, ed è un libro che non si legge, si beve. Scivola via come un buon film, nonostante la massiccia presenza dell’elemento introspettivo, che spesso rischia di appesantire.

Scivola via perché da subito il protagonista ci conquista e vogliamo sapere di più di lui e del suo mondo; e poi vogliamo sapere di più anche di Lena, che sembra l’altra metà della mela, e siamo entusiasti del fatto che siano in due. Il bello di Eracle è che spesso ci riconosciamo nei suoi “deliri”; così come, talvolta, ci stupisce invece il fatto che alla sua mente, offuscata da allucinazioni e farmaci, appaiano chiare cose che a noi sfuggono. Eracle è frustrante e appagante allo stesso tempo, e concentra su di sé tutta la forza evocativa e suggestiva di questo romanzo.

La scrittura è davvero bella, ricca e allo stesso tempo abbordabile. Anche dal punto di vista strutturale il romanzo è ben congegnato: la parte iniziale, un po’ onirica, dalle atmosfere sfumate, cede il passo a una successiva, d’azione e incalzante, che ci tiene in apprensione e ci induce ad aumentare il ritmo della lettura.

Un bel romanzo sul confronto con la propria psiche, che a volte costituisce un supporto, a volte una difesa, a volte un ostacolo alla cosiddetta “normalità”.



(Citazione) […] e penso di non avere altra scelta che credere che sia stato tutto vero, perché certe volte non c’è alternativa a ciò che desideriamo.

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